Mobilità elettrica in Italia: la situazione attuale
I segnali sono positivi. La mobilità elettrica in Italia è in crescita sia dal punto di vista numerico sia da quello dello sviluppo ed efficienza tecnologica. Quali sono i cambiamenti in atto?
Cosa si intende per mobilità elettrica?
Per mobilità elettrica o e-mobility si intendono tutti quei veicoli e le relative infrastrutture che utilizzano come principale fonte di energia quella elettrica. A questa categoria fanno quindi parte i veicoli elettrici, i veicoli elettrici ibridi e i veicoli che si alimentano con combustibile a idrogeno.
Negli ultimi anni, anche grazie ai vari incentivi messi a disposizione dal Governo, il mercato della mobilità elettrica in Italia è esploso. Ad incidere sulla crescita è stata sicuramente anche una crescente consapevolezza ambientale da parte dei cittadini. L’e-mobility è di fondamentale importanza al giorno d’oggi e, specialmente nelle aree urbane, deve avere la possibilità di svilupparsi e diffondersi senza ostacoli nella scelta di acquisto da parte dei consumatori.
Come si integra con il concetto di mobilità sostenibile?
Il concetto di mobilità sostenibile è riportato nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile approvata dal Consiglio Europeo nel 2006. L'obiettivo della mobilità sostenibile è di garantire che bisogni economici, sociali e ambientali della società nel suo complesso corrispondano ai sistemi di trasporto.
Si tratta di uno degli argomenti più dibattuti dei nostri tempi, proprio perché presenta una serie di opportunità ma anche criticità inevitabili. La mobilità elettrica rappresenta un approccio alla mobilità sostenibile: implica il passaggio dai mezzi tradizionali a veicoli che impiegano energia elettrica senza ricorrere ai combustibili fossili.
Quali sono i vantaggi della mobilità elettrica?
Come sappiamo, i mezzi di trasporto alimentati in modo tradizionale, sono tra i principali responsabili di emissione di CO2 e quindi dell’inquinamento atmosferico. Proprio per questo, il principale vantaggio della mobilità elettrica è quello ambientale. Inoltre, investire nell’e-mobility può far crescere notevolmente il mercato automobilistico, principalmente per tre fattori:
- La concorrenza tra le case automobilistiche apporterà un miglioramento in termini qualitativi degli standard dell’offerta;
- Si ridurranno i costi di approvvigionamento di gas e petrolio;
- Saranno necessarie nuove competenze tecniche e risorse specifiche per il segmento della mobilità elettrica.
Le categorie di veicoli elettrici
Tipi di veicoli elettrici: la prima distinzione che facciamo è quella tra auto elettriche e auto ibride. Le auto elettriche, chiamate anche “elettriche pure”, sono vetture dotate esclusivamente di un motore elettrico alimentato a batteria. Le auto ibride sono invece dotate di un motore termico e di uno elettrico, che possono funzionare sia simultaneamente sia, in alcuni casi, separatamente. Nel caso delle auto ibride bisogna fare un’ulteriore distinzione tra tre tipologie:
- Mild hybrid: auto composta da un motore a combustione e da un motore elettrico che fa da generatore e che è alimentato da una o più batterie agli ioni di litio. L’elettrico si limita ad integrare la potenza del motore a combustione aiutandolo nelle fasi di accelerazione, riducendo così i consumi. Queste auto non possono viaggiare solo con l’elettrico: il motore a combustione rimarrà sempre acceso lungo tutto il tragitto;
- Full hybrid: dotate di un motore elettrico più potente rispetto al precedente mild hybrid, che permette di viaggiare per pochi di chilometri o fino a una certa velocità in modalità 100% elettrica;
- Plug-in hybrid: sono delle full hybrid dotate di batterie ancora più potente, che consente un’autonomia di qualche decina di km senza dover ricorrere al carburante. Per caricarle si può utilizzare l’apposito cavo collegato a una presa elettrica, una colonnina nelle apposite aree di sosta pubbliche o una wallbox.
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Quante sono le colonnine elettriche in Italia?
Uno dei freni allo sviluppo della mobilità elettrica in Italia era inizialmente rappresentato dalla scarsità delle colonnine di ricarica pubbliche. Fortunatamente però la situazione sta cambiando. Ad oggi abbiamo raggiunto più di 30.000 punti di ricarica per auto elettriche in Italia. Nel periodo compreso tra aprile e giugno 2022 sono stati installati 2.847 punti di ricarica in più. La crescita invece tra giugno 2021 e giugno 2022 è pari al +32 %.
Questo è stato anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sulle infrastrutture di ricarica ha stanziato 750 milioni di euro, necessari per realizzare 7.500 punti di ricarica rapida in autostrade e superstrade e 13.755 nelle città.
Le colonnine caricano in corrente alternata o continua?
Esistono entrambe le possibilità, attualmente però la possibilità di ricaricare in corrente alternata è la prevalente, rappresentando circa il 92 % del totale. Nell’ultimo trimestre però le stazioni di ricarica in corrente continua (DC) hanno subito una crescita maggiore rispetto a quelle in alternata (AC) (+ 46 % vs +38 %) Qual è la differenza? Le stazioni in DC sono più potenti: partono solitamente dai 50 kW e permettono di ricaricare il veicolo in pochissimo tempo rispetto a quelle in AC.
Come sono distribuite sulla rete italiana?
La maggior parte delle infrastrutture si posiziona al Nord Italia, stiamo parlando del 57 % circa del totale. Per quanto riguarda invece il Centro e il Sud della penisola, vi è una distribuzione abbastanza omogenea. Le regioni che hanno registrato un tasso di crescita più alto nel periodo compreso da marzo a giugno in termini di crescita assoluta sono Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Veneto. In termini di crescita relativa invece sono state le Marche (+24 %), Liguria (+21 %), Emilia-Romagna (+14 %), Lazio e Piemonte (+12 %).
E in autostrada?
Stazioni di ricarica auto elettriche autostrada: per chi viaggia in autostrada, la presenza di una colonnina di ricarica non rappresenta un semplice desiderio, bensì una necessità. La scarsa presenza di queste infrastrutture è un fattore che porta il conducente, in fase di decisione di acquisto dell’auto, a optare più o meno per un’auto elettrica. Fortunatamente, anche qui la situazione sta cambiando.
La presenza di stazioni di ricarica elettrica in autostrada è in crescita. Una spinta è stata data dall’ ASPI, Autostrade Per l’Italia, che sulla propria rete ha pianificato di installare le reti Free To X, (High Power Charger o HPC) fino a 300 kWh. Sono già state attivate 13 stazioni di ricarica, mentre altre 24 sono in fase di installazione. Entro l’estate del 2023, si punta ad arrivare a 100 stazioni.
Le ricariche ultrafast in autostrada prevedono da 4 a 8 punti multi-cliente e una distanza tra una stazione e l’altra di circa 50 km, com’è stato previsto dalla Legge di Bilancio 2021. Queste stazioni permettono tempi medi di ricarica di 15/20 minuti.
Conclusione
Entro il 2035 l’Unione Europea ha fissato lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel, con l’obiettivo di azzerare le emissioni di anidride carbonica per le nuove immatricolazioni. Gli incentivi per l’acquisto delle auto ibride ed elettriche, i fondi destinati alle installazioni di stazioni di ricarica per questi veicoli e la crescita delle ricariche in DC sono tutti segnali positivi, che fanno sperare concretamente nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
In breve
- Lo sviluppo della mobilità elettrica non porta solo a vantaggi di tipo ambientale, ma permette un’evoluzione tecnologica e una crescita notevole del mercato automobilistico;
- La rete delle stazioni di ricarica sulle strade italiane, considerata una delle difficoltà iniziali, sta diventando sempre più estesa anche grazie ai fondi stanziati dal Governo;
- Tempo di ricarica auto elettrica: stanno aumentando le stazioni di ricarica in corrente continua (DC), che permettono una ricarica più veloce del veicolo, mitigando così le problematiche legate alla durata della ricarica necessaria per i viaggi più lunghi.