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Smaltimento dei moduli fotovoltaici: ecco una guida

Smaltimento moduli fotovoltaici
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 31 marzo 2023
6 min. Tempo di lettura
Dalia_Franceschini
Dalia Franceschini

Sia che essi siano giunti alla fine del loro ciclo di vita, che vi sia stata una rottura accidentale del vetro o un disguido elettrico, prima o poi arriverà per tutti i proprietari di un impianto il momento di pensare allo smaltimento moduli fotovoltaici. Se non hai la minima idea di come sia regolato il processo, tutto ciò che devi fare è leggere questo articolo.

Come ben potrai immaginare, i moduli non possono essere gettati insieme agli altri rifiuti. Essi, infatti, devono essere trattati necessariamente in appositi impianti e smaltiti nel rispetto dell’ambiente e delle direttive.

Un corretto smaltimento consente di ridurre l’impronta ecologica degli impianti fotovoltaici, promuovendo un processo circolare di smaltimento basato sul riciclo, recupero e riutilizzo dei materiali di cui i moduli sono composti, primo fra tutti il silicio.

Proprio per questo motivo, ancor prima di decidere di installare un impianto, è indispensabile informarsi sulle direttive previste per lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici, per essere consapevoli dei costi e delle responsabilità da assumere alla fine del loro ciclo di vita. Di seguito, puoi trovare tutto ciò che devi sapere sullo smaltimento dei moduli fotovoltaici. Iniziamo!

Smaltimento pannelli fotovoltaici: normativa e costi

Un modulo fotovoltaico rotto o non più funzionante è classificato come un RAEE, ovvero un Rifiuto da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e il suo smaltimento è regolato dal Decreto Legislativo n. 49/2014 (Art. 40).

La normativa prevede diverse modalità di smaltimento a seconda della potenza dei moduli fotovoltaici. Infatti, viene fatta una differenziazione a seconda se la potenza dell’impianto è maggiore o inferiore a 10 kWp.

Rifiuti RAEE domestici e RAEE professionali

In particolare, si distinguono 3 casistiche principali:

  • Rifiuti RAEE fotovoltaici “domestici”, ovvero moduli fotovoltaici installati su impianti fotovoltaici residenziali con potenza inferiore ai 10 kWp. Per questa prima casistica, lo smaltimento dei moduli fotovoltaici deve essere preso in carco ed effettuato dal proprietario dell’impianto, che dovrà consegnare i moduli fotovoltaici al Centro di Raccolta RAEE predisposto dal Comune di residenza. Il costo di smaltimento dei RAEE fotovoltaici domestici e delle relative operazioni di recupero sono interamente a carico dei produttori, per cui tali operazioni saranno totalmente gratuite per i proprietari dell’impianto.
  • Rifiuti RAEE fotovoltaici “professionali”, ovvero moduli fotovoltaici installati su impianti con potenza uguale o superiore ai 10 kWp. A differenza della prima casistica, qui il proprietario dell’impianto deve consegnare i moduli rotti o non più funzionanti ad un Impianto di Trattamento Autorizzato, che risulti iscritto al Centro di Coordinamento RAEE

Smaltimento moduli "professionali"

Per quanto riguarda i costi delle operazioni di smaltimento dei moduli “professionali”, viene fatta una differenziazione di sue casi specifici:

  • RAEE storici, ovvero moduli fotovoltaici commercializzati prima del 12 aprile 2014: in questo caso i costi sono a carico del proprietario dell’impianto, a meno che egli non sostituisca il vecchio impianto con uno analogo di nuova generazione.
  • Moduli  entrati in commercio dopo il 12 aprile 2014: in questo caso i costi di smaltimento sono a carico del produttore. Importante: il codice produttore Memodo ECOEM da indicare in fase di smaltimento è 362.

Costi smaltimento pannelli fotovoltaici

La legislazione cambia nel caso in cui si debbano smaltire moduli fotovoltaici incentivati, ovvero moduli ricavati da impianti che abbiano beneficiato degli incentivi del Conto Energia del GSE (gestore dei Servizi Energetici).

Per questa tipologia di impianto, il DL 49/2014 prevede che venga trattenuta, a carico del beneficiario del sistema incentivante, una quota a titolo di cauzione pari a 12,00 € a modulo per gli impianti domestici e a 10,00 € a modulo per gli impianti professionali.

Tale quota viene trattenuta dal GSE nel momento in cui eroga al proprietario dell’impianto l’incentivo previsto in vista di un successivo smaltimento dei moduli e viene immediatamente rimborsata una volta che l’impianto sarà correttamente smaltito. Questa modalità si applica per garantire il rispetto delle operazioni di smaltimento previste per i moduli fotovoltaici.

Il 26 ottobre 2023 è stata pubblicata la nuova versione delle “Istruzioni Operative per la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici degli impianti incentivati in Conto Energia“. Questo documento accoglie “le novità normative introdotte dalla Legge 21 aprile 2023, n.41 sulla possibilità di rateizzare, in cinque anni, la quota da versare al Sistema Collettivo in caso di adesione ai sensi del D.lgs. 118/2020”. A questo link puoi trovare ulteriori informazioni sull’argomento.

Dopo quanti anni bisogna smaltire i moduli fotovoltaici?

La durata di un impianto fotovoltaico è uno dei fattori che rende davvero conveniente l’installazione di un impianto di questo tipo. In linea generale, se utilizzato in modo responsabile e facendo operazioni di mantenimento adeguate, un impianto fotovoltaico funziona al massimo della sua potenza per almeno 25 anni. Tuttavia, questo lasso di tempo non equivale al tempo massimo di durata dei pannelli fotovoltaici. Questi, infatti, anche dopo 25 anni continuano a produrre energia, anche se la loro resa si riduce del 15% circa.

Per questo motivo, si deve prendere in considerazione lo smaltimento e la sostituzione dei moduli fotovoltaici solo quando la manutenzione di quelli vecchi risulta essere più onerosa dell'acquisto di moduli nuovi, o quando la resa energetica si riduce ad un livello tale da ostacolare il risparmio in bolletta.

In breve

  • Le modalità di smaltimento degli impianti fotovoltaici dipendono dalla loro potenza.
  • Lo smaltimento dei moduli fotovoltaici è di responsabilità del produttore per gli impianti fino a 10 kWp o quelli con potenza superiore ai 10 kWp installati dopo il 12 aprile 2014.
  • In tutti gli altri casi è il proprietario dell’impianto a farsi carico dei costi per lo smaltimento dell’impianto.
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