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Classe di reazione al fuoco e moduli fotovoltaici: di cosa si tratta?

Classe di reazione al fuoco
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 24 maggio 2024
7 min. Tempo di lettura
Gian_Marco_Fazion
Gian Marco Fazion

Hai mai sentito parlare di classe di reazione al fuoco nell’ambito dei moduli fotovoltaici? Ti sei mai chiesto che cosa si intende con questo termine? Sei nel posto giusto!

Negli ultimi anni gli impianti fotovoltaici sono stati i protagonisti di un’enorme crescita, grazie soprattutto agli incentivi statali che hanno permesso un importante e vantaggioso ritorno economico per questa tipologia di installazioni.

Spesso però, sono stati trascurati alcuni aspetti, tra cui la sicurezza dei materiali impiegati. Ciò ha causato un incremento dei casi in cui gli impianti (e di conseguenza gli edifici dove erano installati) sono stati interessati da incendi.

In seguito a questi eventi, la normativa vigente è stata integrata con diverse circolari che indicano i criteri di sicurezza da seguire quando si eseguono delle nuove installazioni.

La normativa italiana e internazionale

La quasi totalità dei produttori mondiali di moduli FV fa riferimento a una norma internazionale “standard”, denominata IEC 91730. Questa norma definisce diverse prove di resistenza al fuoco e classifica i moduli in diverse categorie in base al loro comportamento durante l'esposizione alle fiamme. 

Le prove di resistenza della norma IEC 91730 sono però differenti da quelle indicate dalle normative in vigore nel nostro Paese. 

In Italia, il D.M. 26/06/1984 è stato il primo decreto che ha stabilito norme, criteri e procedure per la classificazione e la successiva omologazione di reazione al fuoco dei materiali per prevenire gli incendi, escludendo i rischi derivanti dai fumi emessi dai materiali stessi in caso d’incendio. 

Attualmente è in vigore la norma UNI 9177 (Allegato C alla nota prot. 6334 del 4-5-2012 del Ministero degli Interni). Questa definisce le prove di resistenza e di reazione al fuoco per i materiali costituenti i moduli fotovoltaici, in base a specifici standard di sicurezza. In seguito a queste prove avviene la suddivisione dei materiali in classi che garantiscono la conformità dei moduli.

È doveroso sottolineare che solo in Italia esiste una normativa di questo tipo che individua le classi di resistenza al fuoco dei moduli fotovoltaici, i quali appartengono alle classi 1 e 2.

I materiali sono assegnati alle seguenti classi (ciascuna evidenzia un diverso comportamento al fuoco):

  • 0: materiali incombustibili

  • 1: materiali combustibili non infiammabili

  • 2: materiali combustibili difficilmente infiammabili

  • 3: materiali combustibili infiammabili

  • 4: materiali combustibili facilmente infiammabili 

  • 5: materiali combustibili estremamente infiammabili 

Il valore aumenta al variare della partecipazione dei materiali alla combustione. Questo implica che il comportamento di un materiale combustibile al fuoco è tanto migliore quanto più bassa è la classe.

Cosa può succedere se i moduli fotovoltaici non sono certificati?

Se un modulo fotovoltaico non è certificato o non è conforme alla classe di reazione al fuoco richiesta dalle normative in vigore, possono verificarsi diversi problemi tra i quali:

Violazione delle normative stesse

Installare moduli fotovoltaici non conformi può comportare sanzioni molto pesanti. Le regolamentazioni infatti sono molto rigide, soprattutto in caso d’incendio, ma anche in caso di verifica delle documentazioni fornite in fase di progettazione. 

Aumento del rischio incendio

Il rischio di mettere a repentaglio l’integrità dell’edificio in cui è installato l’impianto, così come la sicurezza delle persone e delle proprietà circostanti in caso di danni estesi, può essere molto alto. Infatti, i moduli non conformi potrebbero avere una maggiore propensione a contribuire alla propagazione del fuoco in caso di incendio.

Problemi con le compagnie assicurative

Può essere richiesta la conformità agli standard di sicurezza, compresa la classe di reazione al fuoco, come condizione per la copertura assicurativa. L'assenza delle certificazioni potrebbe influire sulla capacità di ottenere una copertura assicurativa completa o, nel migliore dei casi, potrebbe comportare tariffe più elevate.

Influenza sulla responsabilità legale

In caso di incidenti o danni causati da un incendio che coinvolgono moduli non conformi, coloro che si sono occupati dell’installazione o della fornitura potrebbero essere ritenuti responsabili per i danni causati.

Difficoltà nell’ottenere l’approvazione dei progetti

Se non sono rispettati gli standard di sicurezza, le autorità competenti possono ritardare o impedire la realizzazione dell’impianto durante il processo di approvazione. 

Come installare correttamente i moduli fotovoltaici

Come già anticipato, in Italia la normativa di riferimento per la resistenza al fuoco dei moduli fotovoltaici è stata emessa dal Ministero degli Interni tramite le Linee Guida dei Vigili del Fuoco. Il testo individua nei Comandi Provinciali di questi ultimi gli organi adibiti alla responsabilità di controllo sui materiali utilizzati nella produzione dei moduli.

In realtà, gli impianti fotovoltaici non rientrano tra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, ma l’installazione di moduli fotovoltaici sulle coperture può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio incendio. Quindi occorre evitare le condizioni che favoriscono la possibile formazione e la successiva propagazione di un incendio.

In che modo? Oltre a utilizzare moduli certificati alla classe di reazione al fuoco, è necessario che gli impianti siano progettati e realizzati “a regola d’arte” e che siano sottoposti a manutenzione regolarmente. Si intendono a regola d’arte gli impianti realizzati secondo i documenti tecnici emanati dal Comitato Elettrotecnico Italiano, i cui componenti devono essere conformi alle disposizioni nazionali. 

Tra le indicazioni da seguire menzioniamo:

  • il montaggio dei moduli e delle condutture elettriche deve avvenire ad almeno un metro da camini, lucernari ecc. (si tratta dei cosiddetti EFC – Evacuatori di Fumo e Calore): questo è indispensabile per permettere sempre il corretto funzionamento e l'adeguata manutenzione;

  • la suddivisione dei moduli in modo da mantenere una tensione non superiore a quella di sicurezza (pari a 50 V). Questo può essere eseguito seguendo due modalità:

    • tramite i sezionatori di stringa comandati dall’interruttore a pulsante di emergenza all’ingresso dell’immobile;

    • in alternativa tramite l’impiego di ottimizzatori di potenza con opzione “safe DC” per la riduzione ad 1 V in caso di apertura del circuito;

  • utilizzare moduli certificati di classe 1 per la reazione al fuoco.

Conclusione

Informarsi sulle certificazioni richieste nella fase di installazione di un impianto FV è indispendabile. Al tema delle certificazioni abbiamo dedicato un altro articolo: Norme CEI impianti fotovoltaici: CEI 0-21 e CEI 0-16. Queste normative raccolgono la maggior parte delle prescrizioni e direttive in merito alla sicurezza ed efficienza degli impianti elettrici.

In breve

  • È fondamentale che gli impianti fotovoltaici siano progettati e installati utilizzando moduli certificati in base alle normative in materia di sicurezza, compresa la classe di reazione al fuoco. In Italia si fa riferimento alla norma UNI 9177. 

  • Utilizzare moduli certificati è importante per evitare problematiche legali (visto che verrebbe meno il rispetto delle regolamentazioni vigenti) e di tempistica di approvazione dei progetti. Un ruolo essenziale è svolto anche dall’affidabilità dei fornitori con cui collaborano gli installatori.

  • Oltre alle certificazioni, è importante fare attenzione ad installare gli impianti “a regola d’arte”, rispettando le Linee Guida fornite da Vigili del Fuoco e dal Comitato Elettrotecnico Italiano.

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