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Moduli fotovoltaici: i fattori discriminanti nella scelta

Moduli fotovoltaici - fattori discriminanti nella scelta
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 11 marzo 2022
7 min. Tempo di lettura
Dalia_Franceschini
Dalia Franceschini

Partiamo dal presupposto che quello che tutti vogliamo quando installiamo i nostri moduli fotovoltaici è il ritorno sull’investimento nel lungo termine.

Proprio per questo, abbiamo deciso di scrivere quest’articolo con l’obiettivo di spiegare quale caratteristica dei moduli fotovoltaici risulta più discriminante in tal senso e quale, invece, ci trae spesso in inganno, in modo da rendere più facile la risposta alla domanda su quali pannelli fotovoltaici scegliere.

La potenza nominale e il suo falso mito

La prima cosa che si tende a guardare è la potenza nominale di un modulo, misurata come Watt di picco (Wp). Senza fare tanti giri di parole, considerare solo quello è un errore. Un modulo può essere più efficiente pur avendo un Watt di picco inferiore. Perché? Perché il calcolo potenza nominale di un modulo è dato dalla potenza energetica che viene misurata sotto determinate condizioni standard, quali la temperatura pari a 25° e radiazioni pari a 1.000 W/m². 

Come saprai, queste condizioni da laboratorio non si presentano quasi mai nella vita reale. Di conseguenza, se non viene accompagnato dalle altre proprietà del modulo, questo indicatore rimane un dato ingannevole. La sola potenza nominale del modulo fotovoltaico non garantisce una resa maggiore nel lungo termine. Ma quindi cos’altro devo guardare?

Il coefficiente di temperatura

Si tratta di un valore che indica di quanto si riduce la potenza per ogni grado di temperatura in più. Ebbene sì, hai letto bene. Più aumenta la temperatura, più la potenza del modulo diminuisce. Questo coefficiente è meglio quindi che sia basso. Per darti un riferimento considera che il valore più basso potrebbe essere lo 0,35%, mentre per i moduli di più alta gamma si potrebbe arrivare allo 0,25%. 

Riprendendo il discorso di prima, è bene sapere che in una calda giornata estiva un modulo può raggiungere temperature molto elevate, fino ai 60°-70°, ed è proprio qui che la potenza nominale misurata a 25° perde rilevanza come criterio di scelta del modulo. Se consideriamo soprattutto il periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato da un forte cambiamento climatico e un innalzamento costante delle temperature, l’osservazione di questo indice diventa sempre più indispensabile quando ci chiediamo come scegliere i pannelli fotovoltaici.

Naturalmente, i moduli che hanno un coefficiente di temperatura basso hanno tendenzialmente un prezzo più elevato, ma va tenuto conto del ritorno sull’investimento negli anni. È un po’ come se dovessi comprare una macchina a benzina piuttosto che una a GPL, ne sarei attratto dal prezzo di acquisto inferiore, ma dovrei considerare anche che con quella a GPL, pur spendendo di più in fase di acquisto, mi costerà di meno nel momento del rifornimento.

Efficienza pannelli fotovoltaici: la regina indiscussa

Adesso parliamo del fattore che è da considerare, in linea generale, il più determinante nella selezione di un modulo fotovoltaico. L’efficienza (o rendimento) risponde alla domanda: quanta energia viene convertita in elettricità utilizzabile sul totale dell’energia che colpisce il modulo stesso? 

Naturalmente questo valore più è alto, meglio è. Inoltre, più un modulo è efficiente, più la sua superficie può essere inferiore. La scelta dipende quindi anche dallo spazio che si ha a disposizione. Per darti un range di riferimento, sappi che il valore più basso si aggira intorno al 14 %, mentre i moduli più efficienti possono arrivare fino al 22 % circa. Questo dato è sempre presente nella scheda tecnica prodotto, ma se non dovessi trovarlo puoi calcolarlo tu stesso con una formula semplice semplice:

Calcolo efficienza: (potenza modulo in Wp / superficie occupata m² / 1.000) x 100

Il livello di degradazione dei moduli FV

Questo valore in percentuale ci indica, come suggerito dal nome, di quanto scende il rendimento del mio modulo ogni anno. È un concetto inverso a quello dell'efficienza: in questo caso, meglio decisamente che sia più basso. Per darti un’idea, un buon modulo ha un livello di degradazione che si aggira intorno allo 0,25 %. Perché si degradano i moduli? Si tratta di un fattore fisiologico che porta il vetro delle celle ad opacizzarsi negli anni e a subire gli effetti negativi della luce. In tal senso, sono fondamentali la manutenzione e la pulizia degli stessi e dell'impianto.

Garanzia pannelli fotovoltaici: sul prodotto e sul rendimento

La garanzia fornita dal produttore del modulo è un’altra metrica di valutazione che si dovrebbe considerare e che è direttamente proporzionale ai valori visti finora. Ad esempio, in caso di moduli ad alta efficienza e basso coefficiente di temperatura, avremo una garanzia più duratura.

Si distinguono due tipologie: la prima è quella più tradizionale sul prodotto stesso, quindi sui difetti di produzione, mentre la seconda è quella sulla prestazione o sul rendimento, con la quale l’azienda produttrice ci garantisce che per un determinato numero di anni, di solito 25-30, il mio modulo avrà una definita soglia minima di resa. 

Ad oggi i vari marchi sono più o meno allineati su questo valore. Per questo motivo non lo consideriamo fra i primi da guardare durante la scelta, anche se comunque non va sottovalutato.

Non dimentichiamoci della tolleranza dei moduli fotovoltaici

La tolleranza ci dice in percentuale di quanto si può scostare al massimo la potenza dichiarata nelle caratteristiche del modulo. Può essere positiva (es.: +3 %) oppure positiva e negativa (es.: ±5 %), dove la differenza può sembrare solo un piccolo segno, ma in realtà sul piano economico può avere un forte impatto negli anni, perché ci sta segnalando che la potenza del nostro modulo potrebbe aumentare del 5 %, ma potrebbe anche diminuire del 5 %.

Quali caratteristiche tecnologiche influenzano tutti questi valori?

Sicuramente il tipo di tecnologia che caratterizza il modulo condiziona gli indici che ci dicono se quel modulo è valido. Le tecnologie che migliorano la performance dei moduli sono sicuramente la bifaccialità, la tecnologia half-cut, la Smart Wire Connection (SWCT) e la eterogiunzione (HJT).

I moduli bifacciali sono quelli che riescono a produrre energia da entrambi i lati della cella. Idealmente avrebbe più senso installare questo tipo di moduli su una superficie chiara per avere un maggior riflesso dalla luce che filtra sotto.

  • La tecnologia half-cut caratterizza le celle che sono visibilmente tagliate in due, questo permette ad ogni metà di essere indipendente l’una dall’altra. Se una delle due è soggetta quindi a ombreggiatura e a una perdita di produzione, l’altra metà continuerà a lavorare.
  • Lo Smart Wire Connection (SWCT) è un film sottile di connettori che migliora la resistenza alle micro-rotture e riduce lo stress termico.
  • La tecnologia eterogiunzione (HJT) presenta due strati di silicio amorfo aggiuntivi, che si posizionano sopra e sotto la cella N-Type. Questo permette una riduzione sulle perdite di ricombinazione elettronica superficiale, aumenta i fotoni catturati e rende la cella più efficiente.

Di tecnologia e innovazione abbiamo parlato durante il Memodo Talk, l'iniziativa con la quale abbiamo voluto introdurre agli installatori questi temi. Leggi questo blog per sapere quali sono stati i punti salienti.

In breve

  • Potenza pannelli fotovoltaici: non deve essere considerato il solo fattore discriminante nell'acquisto pannelli fotovoltaici, in quanto viene misurato sotto condizioni standard di laboratorio, che quasi mai rispecchiano quelle reali;
  • Efficienza, coefficiente di temperatura e grado di degradazione risultano essere i valori più rilevanti nella scelta;
  • Fotovoltaico novità tecnologiche: l'implementazione di tecnologie più moderne come bifaccialità e half-cut influenzano in termini migliorativi i valori sopra citati.
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